sabato 9 marzo 2013

10 domande (+1) sulla riforma


10 DOMANDE SULLA RIFORMA + 1
A cura del Comitato pro Riforma del         
Concorso per le Specializzazioni Mediche 


1.   Perché è NECESSARIA una riforma dell’attuale concorso?
2.   Quali sono i riferimenti normativi della questione?
3.   Chi siete, e perché volete rappresentarci?
4.   Cosa dovrebbe prevedere il nuovo regolamento?
5.   Come si svolgerà la nuova prova?
6.   Da dove vengono prese le domande?
7.   Quanto conta il curriculum?
8.   Quante sedi posso scegliere e come verrà assegnata la sede in cui    entrerò?
9.   Quante specialità posso provare?
10.   Ho passato tanto tempo in reparto, a congressi, in laboratorio per le pubblicazioni. Tutto tempo perso?
+     Io ormai ho costruito la mia carriera universitaria sulle regole passate, non è giusto cambiare le regole in corsa.  Perché non aspettiamo che la riforma parta dai prossimi anni?


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1. Perché è NECESSARIA una riforma dell’attuale concorso? 


Siamo fermamente convinti che l’attuale concorso, così strutturato, presenta delle notevoli criticità che lo rendono ben distante dall’essere un valido ed efficiente strumento di selezione organizzato, come dovrebbe naturalmente essere, secondo modalità rispondenti ai principi di meritocrazia, assodata imparzialità e giusta valutazione delle competenze dei singoli. Se poi si procede a confrontare tale iter concorsuale con quanto previsto in altri paesi europei -  contraddistinti da un sistema sanitario pari o superiore al nostro e da una più radicata e nota coscienza meritocratica nell’individuare degli strumenti di selezione -  la difformità appare lampante e imbarazzante.
Che cosa non va, nello specifico?
1) Relativamente alla prima prova o “prova scritta” ,come ben sapete,  le commissioni giudicatrici locali estraggono a sorte dall'archivio nazionale, per ciascuna scuola, il giorno prima della data della prova, i quesiti per ciascuna tipologia. L’archivio nazionale è costituito da 4750 quiz generali di Medicina e Chirurgia e 350 quiz specifici per ogni scuola di specializzazione, resi pubblici (domande e risposte corrette) due mesi prima del concorso. La preparazione del candidato ad una simile prova altro non è che un mero esercizio mnemonico, assolutamente non in grado di appurare l’effettiva preparazione del medico. Tali quiz, pur se di numero elevato, sono in due mesi facilmente memorizzabili da tutti i candidati con la conseguenza che quasi la totalità di chi partecipa motivatamente al concorso risponde a tutte le 60 domande in maniera corretta: si annulla così il valore discriminante e selettivo della prova.
2)Relativamente alla seconda prova, la cosiddetta “prova pratica, a nostro giudizio questa è quella che maggiormente soffre di gravi limiti di obiettività, validità, imparzialità ed uniformità e che maggiormente può prestarsi ad interventi propensi a favorire o penalizzare determinati candidati. In primo luogo le tracce oggetto della prova sono elaborate dalle commissioni locali , sono diverse da candidato a candidato (configurandosi già questo come  un elemento di disparità) e sono corrette secondo parametri fortemente soggettivi in una modalità francamente troppo discrezionale, poco garantista e che ben si presta a perplessità sull’effettiva trasparenza della procedura sin dalla scelta dei quesiti ma in particolare in merito alla correzione degli elaborati. In virtù della possibilità di assegnare a questa fino ad un massimo di 15 punti e considerato lo scarso valore discriminante della prima prova per i motivi sovraesposti, la seconda prova risulta essere determinante ai fini della collocazione dei candidati in graduatoria. 
3)Valutazione del curriculum – L’attuale valutazione del curriculum del candidato (fino a un massimo di 25 punti), è determinato dal voto di laurea (in misura di 7 punti massimi), dalle votazioni riportate negli esami attinenti alla specialità scelta (in misura di 5 punti massimi), dalla qualità e attinenza della tesi (in misura di 7 punti massimi), dalle Attività didattiche elettive frequentate durante il corso di studi (per un massimo di 3 punti complessivi) e dalle pubblicazioni scientifiche prodotte prima della iscrizione al concorso (in misura di 3 punti massimi complessivi). Appare evidente che il candidato, al fine di conseguire un punteggio competitivo in sede concorsuale, è sostanzialmente obbligato a maturare una scelta importante, quale quella del percorso di specializzazione, ben prima del completamento degli studi, quando è verosimile che tale decisione non sia maturata a pieno; intraprendere, in virtù di una consapevolezza raggiunta “in ritardo” una specializzazione diversa da quella prevista durante il corso di studi, seppur teoricamente possibile, appare nella realtà poco attuabile alla luce del notevole peso (ben 10 punti) attribuiti alla tesi di laurea e alle ADE.  Anche nella valutazione del curriculum sussiste un elevato potere discrezionale della commissione giudicatrice, non essendo stati individuati dei criteri uniformi e standardizzati tra le diverse sedi ai quali attenersi nell’attribuzione del punteggio relativo alla tesi di laurea, alle Ade e alle pubblicazioni presentate. Nell’ambito della valutazione del curriculum si può già pertanto, in maniera insindacabile, favorire o penalizzare i partecipanti al concorso.
In parole semplici se la commissione vuol penalizzare un determinato candidato può: 
-    Attribuire uno scarso punteggio alla seconda prova pur se ci si trova dinanzi ad un ottimo compito. Talvolta è sufficiente fare piccoli accorgimenti, giocare su quei due- tre punti utili a far sì che il candidato “ non gradito” venga sopravanzato da un altro al quale magari è stato attribuito il massimo dei punti. Ricordiamo che il giudizio della commissione è insindacabile, la correzione avviene a porte chiuse e l’ identificazione dell’autore dell’elaborato in sede di correzione è assolutamente di facile riuscita; 
-    Far valere il primato della propria discrezionalità pure nella valutazione della tesi, delle Ade e delle stesse pubblicazioni. Non esiste alcun criterio o parametro al quale la commissione deve attenersi per la valutazione di queste voci:  in parole semplici ad un’ottima tesi sperimentale attinente può essere attribuito un qualsiasi punteggio, anche minimo, in base alle esigenze di graduatoria e nessuno può contestare il fatto trattandosi di valutazione discrezionale! 



2. Quali sono i riferimenti normativi della questione? 


L'attuale iter concorsuale trova il suo diretto riferimento normativo nel D.M. (Decreto Ministeriale) 172/2006 licenziato dall’allora Ministro Letizia Moratti (scaricabile cliccando qui).
Tale D.M. rappresenta il regolamento attuativo del D.Lg. (Decreto Legislativo) 368/99 (ARTICOLO 36) (scaricabile cliccando qui).
Ciò applicato alla nostra iniziativa che cosa significa?
Le modalità concorsuali possono essere cambiate attraverso un semplice D.M. (che non necessita di passaggi parlamentari), il quale vada a sostituire il 172/2006. In parole semplici, attraverso un D.M. si possono modificare la tipologia delle prove e il tipo di voci curriculari da prendere in esame, a condizione che vengano rispettati i principi fissati dal decreto legislativo 368/99 all'articolo 36.
Quanto alla graduatoria nulla vieta che questa possa essere nazionale ma il concorso deve comunque svolgersi per singola tipologia di scuola e dinanzi ad una commissione locale, similmente a quanto avviene per l'ammissione al primo anno in Medicina.
Per approfondimento consulta la pagina dedicata del nostro sito. 



3. Chi siete, e perché volete rappresentarci? 


Siamo studenti di Medicina come voi, giovani aspiranti specializzandi, provenienti dalle diverse facoltà e regioni italiane, che hanno deciso di dire basta ai torti e alle ingiustizie che annualmente tale concorso permette liberamente di compiere. Pian piano, attraverso il gruppo “Adesione On line Petizione Pro Concorso Nazionale Specializzazioni Mediche”, abbiamo cercato, di aggregare un consenso sempre più ampio attorno alla necessità di una riforma, fino a portarci a più di 5000 sostenitori e ad interloquire con la Direzione Generale del MIUR, e a contribuire con le nostre osservazioni all'estensione del nuovo regolamento.
Sin dagli albori della nostra iniziativa abbiamo cercato di diffonderla, coi mezzi a nostra disposizione, per cercare di raggiungere quante più persone interessate. Abbiamo postato costantemente il link del gruppo con relativa breve descrizione in forum di facoltà, forum di associazioni studentesche e di categoria (giovanimedici.com; specializzandi.org) fino a beccarci accuse di spamming. Abbiamo anche dato risalto alla nostra iniziativa tramite articoli su stampa locale e nazionale. E’ chiaro che non è nelle nostre possibilità contattare ogni singola persona potenzialmente interessata alla questione. Non solo non è attuabile, ma nemmeno realistico, poter pensare che per proporre ed avanzare la richiesta di un concorso più giusto fosse indispensabile contattare ed avere il parere di ogni singolo aspirante specializzando di questo paese! 
Noi non pretendiamo di rappresentare ogni studente di medicina o giovane medico italiano. E nemmeno ci teniamo perché ben sappiamo che esistono ampie resistenze al cambiamento presso gli stessi studenti, alcuni timorosi perché disinformati sulle insidie dell’attuali concorso e convinti erroneamente che i punti già acquisiti durante la propria carriera siano un baluardo inespugnabile, altri invece terrorizzati dall’abolizione di quella discrezionalità che attualmente li rende già sicuri di vincere un concorso ancora non tenutosi! 



4. Cosa dovrebbe prevedere il nuovo regolamento? 


UN CONCORSO NAZIONALE. Volete sapere perchè il test deve essere nazionale?
A fronte di una necessaria riforma del concorso di accesso per le scuole di specializzazione con criteri facilmente oggettivabili e desumibili, in linea con quanto stabilito dal D. Lgs. 368/99, il MIUR ha elaborato una proposta che preveda tra le sue parti fondamentali: 
-  graduatoria nazionale unica per ogni scuola di specializzazione; 
-  quiz a risposta multipla costituita da due parti, una generale e una specialistica; 
abolizione della II prova e di tutti quei parametri ancillari ove, nel corso degli anni, si è giocato per favorire in maniera poco trasparente questo o quel candidato.
Fermo restando che gli ultimi due principi sono inattaccabili e costituiscono il fondamento stesso della rivisitazione del concorso, ci si sta interrogando in questi giorni in relazione all'opportunità di costituire una graduatoria nazionale invece di quella locale: tale evenienza trova forti resistenze tra gli studenti stessi, animati tuttavia da dubbi facilmente fugabili.
In merito all'obbligatorietà di istituire una graduatoria nazionale e non una locale tale aspetto deriva da una serie di riflessioni legislative che hanno fatto scuola nel corso dell'ultimo anno ed in relazione al Test di Ammissione alle Facoltà di Medicina e Chirurgia, il cui meccanismo verrà probabilmente adattato alla riforma oggetto di questo articolo. In particolare la sesta sezione del Consiglio di Stato, anche alla luce dell’interpretazione fornita dalla Corte EDU dell’art. 2 della Convenzione, recante la tutela del diritto all’istruzione, solleva questione di legittimità costituzionale dell’art. 4, comma 1, legge 2 agosto 1999 n. 264, nella parte in cui, all’esito dello svolgimento delle prove preselettive per l’accesso alle facoltà a numero chiuso, non prevede la formazione di una graduatoria unica nazionale in luogo di graduatorie plurime per singoli Atenei, con riferimento agli artt. 3, 34, 97 e 117, co. 1, Cost.
In proposito la Sezione osserva che, a fronte di una prova unica nazionale, con 80 quesiti, “l’ammissione al corso di laurea non dipende in definitiva dal merito del candidato, ma da fattori casuali e affatto aleatori legati al numero di posti disponibili presso ciascun Ateneo e dal numero di concorrenti presso ciascun Ateneo, ossia fattori non ponderabili ex ante. 
Infatti, ove in ipotesi il concorrente scegliesse un dato Ateneo perché ci sono più posti disponibili e dunque maggiori speranze di vittoria, la stessa scelta potrebbero farla un numero indeterminato di candidati, e per converso in una sede con pochi posti potrebbero esservi pochissime domande. Va poi evidenziato che, svolgendosi la prova unica nazionale nello stesso giorno presso tutti gli Atenei, a ciascun candidato è data una unica possibilità di concorrere, in una sola università, per una sola graduatoria (one shot), con l’effetto pratico che coloro che conseguono in un dato Ateneo un punteggio più elevato di quello conseguito da altri in un altro Ateneo, rischiano di essere scartati, e dunque posposti, solo in virtù del dato casuale del numero di posti e di concorrenti in ciascun Ateneo. Questo è del tutto contrario alla logica del concorso unico nazionale”.
Secondo i giudici della sesta sezione un sistema siffatto “lede l’eguaglianza tra i candidati, e il loro diritto fondamentale allo studio (diritto sancito anche dall’art. 2 del protocollo addizionale alla CEDU, Carta europea dei diritti dell’uomo protocollo firmato a Parigi il 20 marzo 1952 (a tenore del quale “il diritto all’istruzione non può essere rifiutato a nessuno”, nonché, limitatamente alle materie di competenza dell’Unione europea, dall’art. 14 della Carta di Nizza, Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), atteso che i candidati non vengono ammessi in base al merito, ma in base a fattori casuali e aleatori, ma si lede anche il principio di buon andamento dell’Amministrazione, atteso che la procedura concorsuale non sortisce l’esito della selezione dei migliori. Si determina, in definitiva, una ingiusta penalizzazione della aspettativa dei candidati di essere giudicati con un criterio meritocratico, senza consentire alle Università la selezione dei migliori; la scelta degli ammessi risulta dominata in buona misura dal caso. Sicché è violato anche il principio di  ragionevolezza e logicità delle scelte legislative (art. 3 Cost.)”. 
Ed il Collegio ritiene non invocabili ragioni organizzative o di autonomia universitaria, che resterebbero incise dalla soluzione della graduatoria unica, in ragione del principio di ragionevole proporzionalità tra mezzi impiegati e obiettivo perseguito, sicché “esigenze organizzative non possono ragionevolmente penalizzare il diritto allo studio sulla base di un criterio meritocratico”.
In proposito la Sezione non manca di osservare che, nei fatti, “neppure le ragioni organizzative sono effettive, atteso che sarebbe ben possibile che il concorso si svolgesse presso i singoli Atenei, e che i candidati esprimessero opzione in ordine decrescente per le varie sedi universitarie, e che poi le prove confluissero in un sistema di correzione unica e graduatoria unica nazionale, in cui tener conto del punteggio conseguito da ciascun concorrente e delle sedi da esso prescelte. Non si lederebbe in tal modo né il diritto allo studio, né il diritto alla vittoria dei più meritevoli, né il diritto dello studente a scegliere la sede universitaria (diritto di scelta che, come ben evidenziato nell’atto di appello, è recessivo rispetto all’interesse a entrare comunque all’università, ancorché in una sede meno appetita, a fronte dell’alternativa di non entrare affatto nella sede prescelta). Non si lede nemmeno l’autonomia universitaria, atteso che, in un sistema in cui le prove sono predisposte dal Ministero e dunque sono identiche per tutte le Università, e sono prestabiliti i posti disponibili in ciascun Ateneo, per i singoli Atenei è del tutto indifferente l’opzione tra graduatoria unica e graduatorie plurime, e, anzi, è più vantaggioso il sistema della graduatoria unica, che consente la selezione e l’accesso dei più meritevoli”.
Ciò significa che, stante la possibilità in un concorso standard, uguale per tutti in tutte le scuole di specializzazione d'Italia, viene preservato il merito solo nel caso in cui venga istituita una graduatoria, appunto, di merito su SCALA nazionale per evitare che si verifichi l'esclusione di candidati che, A PARITA’ di PROVA, acquisiscano un punteggio più alto dell'ultimo ammesso in una qualsiasi delle graduatorie locali delle altre scuole di specializzazione. Il diritto alla vittoria dei più meritevoli, come si evince dalla sentenza del consiglio di stato, PREVALE sul diritto alla sede, così come evidenziato dall'ordinanza della VI sez. del Consiglio di Stato. 



5. Come si svolgerà la nuova prova? 


Ci sarà un'unica prova, uguale per tutti, suddivisa in I prova generale e II prova specialistica da somministrare in giorni diversi.
Ad ogni risposta esatta corrisponde un punteggio di +1, ad ogni risposta errata una penalità di -0,25.
Il test sarà nello stesso momento in tutta Italia. Per evitare irregolarità nelle varie sedi, la commissione locale sarà composta da commissari esterni che quindi non dovrebbero favorire in alcun modo i candidati.
Si potrebbe proporre anche un'unica sede di concorso per tutti i partecipanti. 



6. Da dove vengono prese le domande? 


Le domande non vengono più prese da un pool reso disponibile e quindi memorizzabile, ma riformulate ogni anno da una Commissione esterna, sulla guida di un programma e di una bibliografia nota, e saranno mantenute segrete fino allo svolgimento della prova. I membri della commissione che elabora le domande così come i funzionari ministeriali e di polizia che vengono in possesso dei quesiti sono ovviamente sottoposti alle gravi conseguenze penali derivanti da eventuale divulgazione. Di certo non si può escludere che qualche candidato possa essere favorito acquisendo prima le domande, ma in tal caso tale vantaggio deriverebbe da un gravissimo reato, ossia corruzione di pubblico ufficiale. Riteniamo che tra possibili straordinari illeciti, configurabili come veri e propri reati penali e illeciti ordinari, non perseguibili e giustificati dalla discrezionalità della commissione ne passi… 



7. Quanto conta il curriculum? 


Al curriculum sono attribuiti fino a un massimo di 15 punti e le voci sicuramente considerate saranno voto di laurea e media di tutti i voti d’esame. 
-  I Punti per il voto di laurea e media dei voti sono attribuiti secondo percentili, valutando la posizione del voto di laurea e della media, riuniti in un unico indice, rispetto alla distribuzione dei voti relativi AL CORSO E ALL’ATENEO DI PROVENIENZA.
In altri termini ciascuno otterrà i punti in base alla posizione del proprio voto di laurea, corretto per la media dei voti di tutti gli esami, confrontato con i voti di laurea della sua stessa facoltà, questo al fine considerare la differenza di voti e spesso di difficoltà tra i diversi atenei. 
La media sarà aritmetica o ponderata secondo quanto stabilirà il MIUR e in base a questa saranno chiaramente attribuiti punteggi diversi. ADE e pubblicazioni NON saranno certamente considerate nel nuovo regolamento perché la loro valutazione è ritenuta fortemente discrezionale e poco oggettiva.
Per quanto riguarda l'attinenza tesi e gli esami attinenti, anche questi (secondo quanto emerso dalle ultime posizioni del Ministero) NON saranno tenute in considerazione, la prima probabilmente per la difficoltà di valutarne con criteri oggettivi l'attinenza, i secondi per l'assenza di uniformità tra piani di studio e dunque tra esami attinenti nelle diverse facoltà.
Allo stesso modo non verrà considerata alcuna penalizzazione per gli studenti laureatisi fuoricorso, così come non c’è alcuna penalizzazione per chi prova il test di ammissione a Medicina per la seconda volta o per chi si è laureato più tardi del previsto! 




8. Quante sedi posso scegliere e come mi verrà assegnata la sede in cui entrerò? 


Nelle intenzioni del Ministero, così come già avvenuto per il test di ammissione a Medicina (l'anno scorso Macroregionale, quest'anno Nazionale per i suddetti motivi relativi all'ordinanza del CdS), vige l'intenzione di costituire graduatorie uniche per scuola di specializzazione, con la possibilità di provare massimo per 3 scuole, sulla base del merito (punteggio acquisito) e graduatoria delle preferenze.
In breve, nei giorni successivi la prova, gli studenti saranno chiamati telematicamente (come già avvenuto) a redigere una propria Graduatoria delle Preferenze in cui ordinare le SEDI preferite per la scuola per la quale si è concorso. Ogni studente avrà due possibilità, fondamentali per la sua assegnazione di sede: costituire una graduatoria che comprenda TUTTE le scuole di specializzazione o una graduatoria che ne comprenda solamente una parte, costituita nell'ordine dalle sedi da lui preferite.
Al momento della pubblicazione della graduatoria il Ministero assegnerà per singola scuola le borse a seconda della posizione di ciascuno in graduatoria, assegnando ogni studente al PRIMO posto libero nelle scuole da esso prescelte rispettando nell'ordine la sua graduatoria di preferenze.
Tale evento mette lo studente di fronte a due possibilità: accettare o rifiutare la borsa. Qualora lo studente venga assegnato alla sua prima scelta, provvederà successivamente all'immatricolazione; qualora invece lo studente non sia assegnato alla sua prima scelta l'accettazione prevede anche che, QUALORA SI LIBERASSE UN POSTO IN UNA SEDE DA LUI PREFERITA RISPETTO A QUELLA A CUI E’ STATO ASSEGNATO,  IL MINISTERO LO ASSEGNERA’ AUTOMATICAMENTE A QUELLA SEDE. Tale aspetto è, a nostro avviso, fondamentale poiché rispetta in un sol colpo il diritto dei più meritevoli e il diritto alla sede, senza far perdere al candidato la possibilità di aspirare ad un posto preferito qualora si accontentasse di una sede da egli indicata più in basso nella sua preferenza delle graduatorie.
Perché allora è importante stilare una corretta graduatoria delle preferenze?
Perché se nella graduatoria delle preferenze venisse indicata una sede in realtà NON auspicata dal candidato e qualora il sistema di assegnazione lo assegnasse a quella sede un eventuale rifiuto del candidato lo eliminerebbe di fatto da qualsiasi possibilità di riassegnazione di sedi preferite. Pertanto sarebbe più utile, in questo senso, per il candidato, indicare una ristretta cerchia di sedi ove egli sarebbe disposto a spostarsi e per cui concorrerebbe solamente con chi ha indicato le stesse sedi e dalle quali potrebbe venire escluso SOLAMENTE nel caso in cui un candidato abbia fatto un punteggio maggiore dal suo, fugando i timori di essere "sballottati" chissà dove. L'indicazione di una sede invece dove sarebbe disposto a spostarsi ancorché non preferita e la sua conseguente accettazione non PRECLUDEREBBE al candidato la possibilità di essere ripescato per una sede da lui preferita, qualora qualche studente che lo ha preceduto rifiuto il posto a lui assegnato.
In questo modo il candidato non solo potrà concorrere per la sede da lui preferita ma, qualora non dovesse rientrare nei posti utili, potrà comunque aspirare a conseguire il titolo di specialista in altra sede, a DIFFERENZA di quanto ACCADE OGGI! 
Tale costruzione della graduatoria è evinta dall'attuale sistema utilizzato per l'ingresso a medicina secondo Test Macroregionale: pertanto questi esempi non costituiscono con assoluta certezza il meccanismo esatto con cui verrà costruita la graduatoria. 



9. Quante specialità posso provare? 


Saranno verosilimente fino a 3 scuole, anche della stessa Area. Tale istanza è stata proposta al MIUR che si è riservato di valutarla. Maggiori dettagli si avranno con la pubblicazione del regolamento ufficiale. 




10. Ho passato tanto tempo in reparto, a congressi, in laboratorio per le pubblicazioni. Tutto tempo perso? 


Nient'affatto! Un candidato motivato, che ha seguito ADE e preso parte ad attività assistenziali e di ricerca, sarà certamente PIU’ PREPARATO NELLA PARTE SPECIALISTICA rispetto a chi non abbia frequentato esperienze così formative. La medicina, ricordiamolo, è una scienza pratica ed in continuo aggiornamento; e solo la pratica ed il continuo aggiornamento possono consentire una migliore preparazione dell'aspirante specializzando. Nessuno mette in dubbio l'utilità di frequentare il reparto, ma in questo modo tale frequentazione sarà direttamente finalizzata alla crescita formativa personale e slegata da qualsiasi rapporto tra il candidato e il docente che siederà in commissione.
Oltretutto i tirocini obbligatori sono già previsti dal corso di laurea, ma spesso saltati proprio per frequentare il reparto!!
Col nuovo concorso, queste attività non saranno valutate direttamente nel punteggio: alcuni parametri non erano affatto considerati già con l'attuale decreto (frequenza del reparto), mentre quelli che valutavano ADE e pubblicazioni erano molto poco trasparenti e spesso contestabili.








+ Ma soprattutto: io ormai ho costruito la mia carriera universitaria sulle regole passate, non è giusto cambiare le regole in corsa. PERCHE’ NON ASPETTARE CHE LA RIFORMA PARTA DAI PROSSIMI ANNI? 


Perché un sistema sbagliato è sbagliato sempre! Così come è auspicabile correggere le storture di un sistema, tanto più è auspicabile farlo il prima possibile!
Perché con il metodo ATTUALE, infatti, in sede di seconda prova tutti i nostri impegni possono essere vanificati da un 2 o un 4, giudizio INSINDACABILE e SOGGETTIVO di un gruppo di Professori che, com'è noto, possono subire influenze esterne.
Anche ADE e pubblicazioni e qualità della tesi sono tutti parametri giudicabili in maniera molto personalistica dai proff.
I vantaggi che crediamo di aver ormai accumulato con il metodo attuale sono in realtà briciole, false sicurezze che potrebbero essere fragilmente spezzate in sede di concorso, se un concorrente più favorito e “lanciato” di noi dovesse presentarsi.
C’è inoltre il rischio reale che, se la riforma venisse demandata ai nuovi ministri e posta in stand-by, essa non venga mai più realizzata. Stiamo vivendo una favorevole congiuntura in cui la notizia sta circolando tra tutti gli studenti, l’attenzione di tutti è alta, e soprattutto il Miur è disposto al dialogo e ad ascoltare le nostre opinioni e richieste in maniera concreta! Non possiamo perdere questa rara occasione di cambiare la Sanità italiana!
Infine, tutti i 10 punti precedenti hanno ampiamente dimostrato come il nuovo Concorso possa offrire molte più garanzie di quello vecchio: mentre quest’ultimo è un “terno al lotto”, il nuovo sarà un “campo da coltivare”: se il candidato si impegna nella preparazione, e se ottiene un meritato buon punteggio, è IMPOSSIBILE che non ne raccolga i frutti.

Il nuovo concorso: 
-  pone finalmente l’Italia in linea con gli altri paesi europei nei quali la formazione medica specialistica è affidata all’Università (Spagna, Francia in primis) ove da anni vige un concorso estremamente selettivo e meritocratico 
-  favorisce la mobilità ma al contempo non vi obbliga. Mediante il sistema della graduatoria delle preferenze di sede viene offerta all’aspirante specializzando desideroso di formarsi altrove la reale e concreta possibilità di farlo senza dover escludere a priori tale opzione, mentre il collega che vuole continuare il proprio percorso nella stessa sede dovrà solo indicare questa come prima scelta! 
-  Aumenta la possibilità di ciascuno di accedere ad una scuola di specializzazione in quanto si concorre per più sedi, ed allo stesso tempo si può tentare l’accesso a scuole di specializzazioni diverse, non essendo penalizzati in partenza dalla mancanza delle voci curriculari attinenti. Siamo l’unico paese al mondo ove uno studente di medicina deve scegliere il proprio percorso futuro al 4°-5° anno senza possibilità di ripensamento! 
-  Solo imporre un nuovo e selettivo concorso spingerà le diverse facoltà italiane ad una vera e propria corsa per innalzare l’offerta formativa verso standard migliori. La così tanto blaterata necessità di uniformare i diversi corsi di laurea, se mai fosse possibile, potrà solo realizzarsi dietro l’impulso del nuovo concorso e non prima! Diceva qualcuno che si è cominciato ad asfaltare le strade dopo l’avvento delle automobili per consentire una migliore circolazione, non si è atteso che tutte le strade del mondo fossero asfaltate prima di vendere la prima automobile! 
-  La stessa formazione del laureato in medicina potrà finalmente realizzarsi secondo un approccio olistico e non già in partenza settorializzato, in modo da renderci in primo luogo medici e dopo soltanto specialisti. Non avrà senso trascurare lo studio, i tirocini e le attività elettive afferenti a discipline che non siano inerenti alla nostra specializzazione prescelta. 

Con il NUOVO concorso, tutto il nostro impegno confluirà nel costruire la nostra preparazione al momento delle domande generali e specialistiche: il nostro sapere nessuno ce lo potrà sottrarre, e non verrà mortificato dal giudizio della commissione che può propendere per il raccomandato di turno.

Perciò noi diciamo BASTA a questi soprusi e diciamo BASTA fin da subito!
BASTA ASPETTARE!!! COMINCIAMO AD AGIRE!!!

4 commenti:

  1. Cari colleghe e colleghi, premetto che SONO, ovviamente, A FAVORE della riforma, ma c'è un punto che a mio avviso dovrebbe essere rivisto:
    si dice che si vuole un concorso nazionale a partire dal 2014...ma possibilmente la certezza si avrebbe sempre nel 2014 con l uscita del bando. Considerando che molti neo laureati si spostano verso altri atenei sia subito dopo la laurea, sia dopo l' abilitazione, io credo che sia più corretto, qualora questa riforma venga approvata anche nell'autunno del 2013, farla entrare in vigore dal 2015, per evitare che neo-medici trasferitisi altrove, abbiano fatto spendere inutilmente denaro ai genitori che sicuramente fanno sacrifici in questo periodo di ristrettezze economiche.
    In sintesi ritengo che sia giusto dare un anno di preavviso dall' emanzione del decreto ministeriale.

    Un grande in BOCCA AL LUPO a tutti!
    Laura

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    1. ciao Laura! dal 12 settembre il concorso nazionale è assolutamente realtà. per cui è stato dato un congruo preavviso ai prossimi candidati (quantomeno 8-9 mesi circa)

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  2. Cari colleghi e colleghe,io sono d'accordo per il concorso nazionale ma senza la valutazione del curriculum,infatti essa avvantaggerebbe i figli di papà , i quali hanno 30 e lode in ogni materia.Dare 15 punti in più a loro sarebbe l'equivalente di raccomandarli.

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    1. ciao Angelo! senza dubbio alcuno un concorso "alla spagnola" senza alcun peso dato al curriculum sarebbe la meritocrazia fatta concorso. Molti però si sentirebbero defraudati degli sforzi fatti durante il corso di laurea per ottenere una buona media, per cui il tuo pensiero in realtà è da moltissimi osteggiato. in ultimo ma non per ultimo, la legge impone che il curriculum sia valutato in sede di concorso, dunque nulla si può fare in proposito (se non cambiare la legge, come il ministro ha appena fatto!!!!!!!!)

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