martedì 15 aprile 2014

Voci su nuovo obbligo di macroaree specialistiche: compromessa la serenità di scelta del futuro candidato

Amici colleghi e prossimi candidati all'accesso in specializzazione,

apprendiamo da fonti non ufficiali che, circa il nuovo DM che regolerà il concorso, le intenzioni del Miur verterebbero ad uno stravolgimento dell'architettura del concorso rispetto al modello impostato dall'ex Ministro Carrozza. Destano infatti notevole preoccupazione le indiscrezioni che vorrebbero la struttura del nuovo concorso fondata sulla suddivisione per Macroaree tematiche (clinica, chirurgica, servizi) e sull'obbligo, per i partecipanti alla selezione, di poter tentare il concorso solo all'interno di una determinata macroarea.
È stato altresì paventato sin dall'incontro del 3 aprile scorso (incontro di cui abbiamo tracciato una approfondita cronaca) un aumento del numero di quiz specialistici a discapito dei quiz di medicina generale. Tale cambiamento parrebbe quantificato in 70 quiz generalistici e 40 quiz specialistici: in merito a questi ultimi, essi comprenderebbero 30 quiz "semi-specialistici" che verterebbero su tematiche pertinenti a tutte le scuole di una data macroarea, e 10 quiz "ultraspecialistici" che invece verterebbero su argomenti della specializzazione per la quale si sta concorrendo, e che avrebbero un punteggio doppio (2 punti per ciascuna risposta esatta) rispetto ai precedenti quiz. Per fare un esempio concreto, l'aspirante cardiologo dovrebbe rispondere a 70 quiz sulla medicina generale, a 30 quiz specialistici su argomenti quali la medicina interna, la neurologia, la nefrologia, l'oncologia, la geriatria e via discorrendo, e infine a 10 quiz autenticamente sulla cardiologia.


 Criticità

Se queste notizie fossero confermate - il condizionale è, come già detto, d'obbligo - la qualità del nuovo concorso ne risentirebbe notevolmente, condizionando le scelte di migliaia di aspiranti specializzandi nonché l'organizzazione del proprio programma di studio.
La paventata suddivisione in aree clinica, chirurgica e dei servizi, in aggiunta al vincolo di limitare qualunque scelta all'interno di una sola macroarea, produrrebbe effetti di grande peso. Ad esempio, impedirebbe ad un aspirante neurochirurgo (area chirurgica, dunque) di tentare l'accesso alla scuola di neurologia (area clinica) ma gli consentirebbe, paradossalmente, di optare per ginecologia o urologia, discipline "chirurgiche" ma assai più lontane dai propri interessi, predisposizioni e conoscenze.
Come tutti ben sappiamo, la suddivisione delle diverse discipline nelle tre aree (clinica, chirurgica e dei servizi) risponde sì ad un criterio operativo relativo al ruolo dello specialista nel processo diagnostico e terapeutico, ma non riflette necessariamente la presenza di uno o più specifici denominatori comuni caratterizzanti le scuole comprese al loro interno. Prendendo ad esempio la macroarea dei servizi, si tratta di un'aggregazione estremamente eterogenea che accoglie specializzazioni tematicamente assai lontane tra loro.

Da una parte possiamo comprendere l'esigenza del Miur di creare un pool di domande ristretto (soltanto 10 per ciascuna specializzazione, potendo pescare le 30 domande "semi-specialistiche" dal pool delle altre specializzazioni della data macroarea anzichè crearle ex novo), avendo lo stesso Fusacchia illustrato l'oggettiva difficoltà di realizzare un più elevato numero di domande specialistiche per ognuna delle 50 scuole di specializzazione. Eppure, maggiori perplessità sorgono in merito alla natura della preparazione necessaria per svolgere con successo i 30 quesiti comuni per data area; ci sfugge invece nella maniera più assoluta quale sia il razionale di ridurre le possibilità di concorrere per scuole afferenti a macroaree diverse (soluzione, questa, diametralmente opposta a quanto previsto nel vecchio concorso, il quale, pur limitando fortemente la possibilità di concorrere per scuole della stessa area, consentiva giustamente di concorrere per scuole appartenenti ad aree diverse anche in virtù della vicinanza delle stesse in termini di competenze e conoscenze richieste). Tirando a indovinare, probabilmente il Miur vuole limitare il più possibile il numero di graduatorie in cui un dato candidato risulterebbe presente, le relative procedure di scorrimento, prenotazione legata alle prime scelte, ripescaggi e così via, a tutto vantaggio della celerità delle procedure post-concorso e della presa di servizio. Ma non può essere questa la maniera idonea a raggiungere questo scopo: le legittime aspirazioni del candidato devono essere rispettate, in nome della più pura meritocrazia. Chi si sente preparato in discipline appartenenti a diverse macroaree deve avere il diritto di poter avere la sua fetta di possibilità di giocarsela come tutti gli altri, mettendosi alla prova e lasciando che il merito sia l'unico metro di giudizio.

Infine desta preoccupazione la diminuzione del numero totale di quiz (da 120 si scende a 110), quando è noto che un numero elevato di quiz costituisce un migliore discrimine della preparazione tra i candidati e scongiura il più possibile i casi di ex aequo. A margine, la ventilata possibilità di aumentare il peso delle 10 domande specialistiche rispetto alle altre 100 (2 punti per ogni risposta esatta anzichè 1 punto) ci pare una soluzione insufficiente a selezionare l'effettiva preparazione del candidato, il quale, stanti così le cose, dovrebbe studiare non solo su nozioni generali e su argomenti pertinenti la specializzazione scelta, ma anche su argomenti provenienti da tutt'altre specializzazioni della propria area.


Colleghi, i rappresentanti del Comitato hanno richiesto un incontro urgente con il CdG Fusacchia per manifestare tali perplessità, che riteniamo essere ampiamente condivise, e richiedere notizie certe, sicure e ufficiali su queste questioni. Ci auguriamo di essere ricevuti il prima possibile.
Buona cosa è, come sempre, mantenere alta la pressione su Twitter, mandando tweet a @FusacchiA, @SteGiannini,@MiurSocial con l'hashtag #ascoltateilcomitato. Chi vuole può anche linkare questo stesso post, usando questo link breve: http://goo.gl/o9kZJ0

1 commento:

  1. I confini della barzelletta sono stati ormai ampiamente superati. Cosa non sorprendente, in un paese da operetta. Il ministero naviga a vista (o più probabilmente nel buio completo) e a prenderlo in quel posto saremo noi, naturalmente. E comunque tutte queste discussioni sulla struttura del concorso nazionale sono ridicole... bastava applicare fin dall'inizio il modello spagnolo e fare un concorso identico al MIR che c'è in Spagna. In tutta questa storia, di bello c'è solo l'impegno dei ragazzi del Comitato, che hanno lottato e continuano a lottare per una battaglia di giustizia e civiltà.

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